Quantcast
Channel: Libertiamo.it » legittimo impedimento
Viewing all articles
Browse latest Browse all 5

Il referendum ha bocciato le leggi ad personam

$
0
0

- I referendum si sono conclusi con un risultato clamoroso. Non solo i referendum hanno raggiunto il quorum, ma più di un italiano su due – la maggioranza assoluta degli elettori, non dei votanti – ha bocciato sonoramente tre leggi approvate dalla (e, in parte, imposte alla) maggioranza parlamentare.

Indubbiamente il risultato referendario sarà oggetto di infinite ed approfondite analisi e forse assisteremo a sviluppi imprevedibili e, fino a poco tempo fa, inimmaginabili.  Il dato più significativo ci sembra essere il voto sul legittimo impedimento, perché, per la prima volta, il corpo elettorale ha avuto la possibilità di esprimersi direttamente sulla politica della “giustizia” berlusconiana con un risultato che non si presta ad equivoci, anche in considerazione dell’ampia e trasversale maggioranza.  D’altronde, questo provvedimento in qualche modo rappresenta simbolicamente la politica della “giustizia” berlusconiana, sempre contraddistinta da un profilo particolare, *rectius* personalistico, e ripetutamente oggetto degli interventi demolitori della Consulta, ai quali si era sempre risposto con la consueta tiritera sulla faziosità politica dei giudici, da parte di chi riconosceva e rivendicava l’esclusiva legittimazione del giudizio (e del consenso) popolare.

 Ma per la più classica legge del contrappasso è ora proprio quell’unico “giudice” riconosciuto dal Cavaliere ad avere emesso l’inappellabile sentenza di condanna politica sulla legislazione *ad personam*, la vera e unica cifra del berlusconismo giudiziario.  Ciò assume anche evidenti significati politici generali, anche per la recente incoronazione politica del Ministro della giustizia, che tra i suoi principali meriti vantava quello di avere immaginato l’epocale riforma della giustizia, che non è ora difficile sia con cura riposta – e nascosta – nei più profondi cassetti di via Arenula.  Inoltre,  si dovrebbe assistere all’abbandono dei pittoreschi interventi sartoriali in materia processuale (prescrizione breve, processo lungo ecc.) e alla cessazione della stanca epopea del perseguitato giudiziario, in considerazione del chiaro esito elettorale, compreso il voto amministrativo di Milano, nel quale la scelta della violenta drammatizzazione dello scontro con la magistratura è stata fatta letteralmente a pezzi. 

Infine, ormai è chiaro che chiunque voglia seriamente candidarsi a ricoprire un ruolo di primo piano nella vita pubblica italiana non può imbracciare l’accusa di “brigatismo giudiziario” e coltivare una sorta di guerra civile politico-ideologica con le “toghe rosse”, non perché ciò comporterebbe una distruttiva ritorsione giudiziaria, ma perché prima o poi, a ritorcersi contro il perseguitato, sarebbe lo stesso corpo elettorale. Ciò non significa che non si possa – e debba – riformare il “sistema giustizia”, ma solo che, appunto, per farlo realmente ci vuole serietà ed equilibrio: tutto che a Berlusconi è mancato, e di cui non ha mai sentito il bisogno.


Viewing all articles
Browse latest Browse all 5

Latest Images

Trending Articles